Perché?
Il signore degli anelli, il romanzo di J. R. R. Tolkien è stato riadattato di nuovo. Il traduttore è Ottavio Fatica, che vanta numerose traduzione nel suo curriculum, tra cui ad esempio Lo strano caso del dottor Jekyll e mister Hyde di R.L.B. Stevenson.
Quello che balza subito all'occhio della nuova traduzione del La Compagnia dell’anello, non è solo lo stile adottato da Fatica, molto più complesso e aulico rispetto alla “vecchia” edizione - cioè quella di Vittoria Alliata di Villafranca - ma il cambio dei nomi di personaggi e luoghi che abbiamo imparato ad amare nel corso degli anni, grazie anche ai film dei primi 2000.
Probabilmente lo scopo era quello di avvicinare la nuova traduzione, all'opera originale. Fatto sta che alcuni di questi cambiamenti sono davvero improponibili.
Vi faccio alcuni esempi: Brandybuck diventa Brandaino; il Puledro Impennato, noto locale della terra di mezzo, si chiamerà da ora in poi il Cavallino Inalberato; Aragorn, chiamato il Ramingo Grampasso, sarà il Forestale Passolungo.
E continuiamo con Il Monte Fato / Montagna Fiammea; Gran Burrone / Valle Forra; Il Decumano est e ovest / Il Quartiero est e ovest; Il Bosco Atro / Il Boscuro; la Terra di Buck / Landaino.
Per non parlare della ben nota poesia dell’anello:
Vecchia versione
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende
Uno per l’Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, un Anello per trovarli,
un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l’Ombra cupa scende.
Nuova versione
Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo
Sette ai Principi dei Nani nell'Aule di pietra
Nove agli Uomini Mortali dal fato crudele
Uno al Nero Sire sul suo trono tetro
Nella Terra di Mordor dove le Ombre si celano.
Un Anello per trovarli, Uno per vincerli,
Uno per radunarli e al buio avvincerli
Nella Terra di Mordor dove le Ombre di celano.
La mia domanda rimane la stessa: perché? Perché cambiare i nomi di qualcosa che ormai è diventato così iconico nella mente della gente, anche di chi non è fan della saga?
Capisco che forse il mio problema è quello della familiarità, nel senso che ormai sono talmente tanto abituata ad ascoltare determinati vocaboli riferiti ai luoghi e personaggi, che mi resta difficile associare i nuovi nomi agli stessi.
Un po’ come è successo con le casate di Hogwarts nella nuova versione di Harry Potter.
In quel caso però il cambiamento era giustificato in quanto effettivamente, i nuovi nomi sono una traduzione più fedele all'originale. Nel caso de Il signore degli anelli invece no.
Non sto comunque dicendo che la traduzione del libro è pessima, ancora non ho avuto tempo di leggerla in modo consono, ma alcune scelte di Fatica, a mio avviso lasciano a desiderare.
Voi che ne pensate? Vi piacciono i nuovi nomi? Leggerete la nuova versione?
Per ora aspetto con ansia l’uscita della serie di Amazon Prime ambientata nel mondo nella Terra di mezzo, di cui purtroppo si san ben poco. Nel frattempo, mi rivedrò per l’ennesima volta i film!
La ricetta: Pan di via o Pane elfico o Lembas.
So che questa non è una recensione del libro vera e propria, trovo che sia davvero difficile farla di un romanzo così complesso come il Signore degli anelli, senza che esca un articolo lungo 700 pagine. Ho comunque deciso di fare una ricetta presa dal mondo Tolkieniano, ovvero il cibo che gli elfi usano nei viaggi, quello che dovrebbe sfamare un adulto con un solo morso, ovvero i Lembas o meglio conosciuto come Pan di via.
Gran parte del cibo consisteva in dolci estremamente sottili, di farina infornata, bruni all'esterno, ed all'interno d'un bianco cremoso. Gimli ne prese uno, guardandolo con aria sospettosa. «Gallette», disse sottovoce, rompendo un angolino croccante e rosicchiandolo. La sua espressione cambiò tosto, ed egli divorò avidamente il resto del dolce. «Basta, basta!», esclamarono gli Elfi ridendo; «quel che hai mangiato è sufficiente per un lungo giorno di marcia».
Ingredienti
- Margarina, 125 g
- Zucchero, 40 g
- Uova, 2 tuorli
- Estratto di vaniglia, 1 cucchiaino
- Miele, 1 cucchiaio
- La scorza grattugiata di 2 arance
- Frutta a guscio, 50 g (io ho usato noci e mandorle)
- Sale, un pizzico
- Lievito istantaneo, 1 cucchiaino
- Farina, 250 g + per il piano di lavoro
I Lembas sono molto semplici da fare. Per prima cosa mettete la margarina in una ciotola e lavoratela con una spatola insieme allo zucchero, la vaniglia, il miele e la scorza di arancio. Aggiungete poi i tuorli dell'uovo e mescolate bene.
Riducete a farina le noci e le mandorle, triturandole con un frullatore e aggiungetele al composto insieme al sale.
Mescolate e unite in fine la farina ed il lievito. Impastate finchè il composto non risulterà liscio. LA consistenza è simile a quella della pasta frolla.
A questo punto mettete il panetto in frigorifero per un'ora.
Una volta che l'impasto si sarà raffreddato, stendetelo con l'aiuto di un mattarello (ricoprite sia il mattarello che il piano di lavoro con la farina in modo che l'impasto non resti appiccicato a nessuno dei due), ottenendo una sfoglia di circa mezzo centimetro.
Ritagliate dei quadrati dall'impasto (io ho usato un coppapasta di 6,5 cm, realizzando 14 lembas).
Mettete il pan di via in una teglia ricoperta da carta da forno, incidete la superficie per creare la tipica croce dei lembas, ed infornate a forno già caldo e statico a 200° per 10 minuti.
Ed ecco qua, siete pronti per fare un lungo viaggio nella terra di mezzo.
In teoria, un solo morso di questo dolcetto dovrebbe saziare un uomo adulto, ma vi assicuro che sono talmente buoni che finirete un lembas in un secondo!
Pace ✌
La tua ricetta del pan di via, mi ha riappacificato con questi cambiamenti nella traduzione. Io ho la mia versione cartacea e me la tengo ben stretta
RispondiElimina