Parole di John Inman con Sorbetto furbo al limone




Per amore di una semplice storia su carta o sotto forma di pixel, le persone potevano trascurare le loro differenze e riunirsi a condividere una passione comune. 
Quanto contano le parole che si dicono tutti i giorni? Le osservazioni, le critiche, le opinioni che esprimiamo e che vengono espresse, nel bene e nel male, ci segnano in qualche modo. Per la maggior parte del tempo però cerchiamo di passare oltre, a volte ignorando, altre magari facendo tesoro di ciò che viene detto.
Alcune però feriscono nel profondo e le conseguenze possono essere devastanti.

 Come nel caso di Parole di John Inman, un mystery incentrato sulle parole scritte dai proprietari di blog letterari.

 Fin da subito veniamo catapultati nel mondo dell'antagonista, un serial killer che punisce coloro che scrivono cattive recensioni. E con "cattive" intendo proprio CATTIVE, crudeli e atte a screditare a volte irreparabilmente, lo scrittore che gli capita sotto mano.

 Il primo capitolo lascia senza fiato, è coinvolgente e pieno di suspense. Ci ritroviamo nella testa del killer, a guardare con i suoi occhi ciò che accade, o meglio ciò che lui fa accadere.

Sotto una logora apparenza di umorismo e arguti giri di frase poteva fare a pezzi in un lampo il fragile ego di uno scrittore, e spesso lo faceva, apparentemente per il gusto di farlo. Bisognava ammettere che nelle sue recensioni c'era stata una vena di cattiveria che aveva scoraggiato più di uno scrittore novellino dal pubblicare di nuovo.

 Ma i veri protagonisti di Parole sono Milo Cook, uno scrittore emergente che grazie ai suoi primi libri riesce a vivere facendo ciò che ama, e Logan Hunter, un recensore di romanzi professionale che si impegna a svolgere il proprio lavoro con rispetto e riguardo nei confronti degli scrittori di cui si occupa.

 I due si incontrano ad un firma copie di Milo che sta andando decisamente male. Nessuno si presenta, finché nella libreria non entra quella specie di adone che colpisce immediatamente lo scrittore.

 I loro sguardi si intrecciano attraverso la vetrina ed una volta faccia a faccia, Milo si ritrova incantato. L'uomo che ha davanti è esattamente come quello dei suoi sogni.

Detta in poche parole, quel tipo era un fusto e, a giudicare dal braccialetto, era gay.


 Logan si presenta, sa bene chi è Milo in quanto ha recensito i suoi libri. Apprezza il lavoro dello scrittore ed è molto interessato alla persona che si cela dietro quelle parole che gli piacciono tanto.

 Entrambi hanno alle spalle esperienze amorose che hanno lasciato il segno. Milo è più aperto dell'altro nel cercare un nuovo compagno.
 Logan invece vive ancora nel passato. Però forse grazie a Milo le cose cambieranno.

La sua grande paura era che con Jerry ancora li un nuovo amore, se mai fosse arrivato, non sarebbe stato in grado di aprirsi la strada e a farsi spazio.

 E mentre le questioni amorose dei due ragazzi evolvono, il killer colpisce ancora e in un modo ancora più cruento del precedente.

 Chi si nasconde dietro al "Viaggiatore"? Forse un autore rimasto ferito per le critiche rivolte ai suoi libri? O è un recensore stanco dei giudizi calunniosi che spesso si leggono sui blog?

 Se volete sapere come evolvono le cose dovete leggere Parole di John Inman.

 Non sono rimasta affatto delusa da questo libro. C'è tutto: dal suspense, l'ironica, la malinconia per la separazione da qualcuno di importante e il dolore per la perdita di una persona amata. Un mix di emozioni che ti accompagna dall'inizio alla fine.

 E' davvero un bel libro. La scrittura ti trascina fin dalle prime parole.
 La storia d'amore è dolce e delicata, forse leggermente affrettata ma non in modo troppo fastidioso.
 La parte mystery è davvero coinvolgente soprattutto perché i capitoli del killer sono imprevedibili, arrivano quando meno te lo aspetti.

E tra i critici c'erano sempre quelli che straziavano il cuore di chi aveva un vero talento, di chi aveva la scintilla creativa per mettere in fila le parole. Lo facevano per gelosia? Lo facevano perché avevano fallito proprio in ciò che ora stavano ridicolizzando? Era quello il loro principio guida? Era più semplice sminuire quello che loro stessi erano stati incapaci di compiere?

 I personaggi sono ben caratterizzati, anche quelli di contorno, che conosciamo non solo perché presenti nel libro, ma anche attraverso i ricordi dei protagonisti.

Giudizio finale: assolutamente da leggere!


Vi ricordo che questo libro è a tematica lgbtq, quindi troverete scene d'amore tra persone dello stesso sesso.

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La ricetta: Sorbetto furbo al limone

Capesante gratinate e purè di patate con l'aragosta, e per giunta sorbetto al limone e vari tipi di una deliziosa IPA imbottigliata meno di un miglio e mezzo più in la lungo la strada.


Fare questo sorbetto è davvero semplicissimo. In oltre gli ingredienti sono di quelli che di solito si hanno sempre in dispensa. Difatti è un fine pasto perfetto da fare quando si ha degli ospiti a sorpresa!

Gli ingredienti:

  • Panna da montare già zuccherata. 200 ml
  • Succo di limone, 40 ml
  • Buccia grattugiata di mezzo limone
 Mettete la panna fredda di frigorifero, in una pirofila e montatela con uno sbattitore elettrico, aggiungendo nel mentre il succo di limone filtrato e la buccia grattugiata.
 Distribuitela quindi in dei bicchieri o delle coppette e decorate a piacere.
 Et voilà, le jeux sont fait! C'è qualcosa di più semplice?!

 Potete variare la ricetta, mettendo il succo d'arancia o di pompelmo al posto del succo di limone. O ancora, aggiungere del limoncello per quello al limone, o del cointreau in quello all'arancia, e fare un sorbetto alcolico.

Pace ✌














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