Vi capita mai di passare del tempo senza toccare libro?
Il 2019 si è portato via la mia voglia di leggere. Con lo scoccare della mezzanotte di quel 31 dicembre il mio piccolissimo mondo è cambiato.
Io che ero abituata a stare sempre con il naso immerso nelle righe di un libro, che fosse cartaceo o ebook, mi sono ritrovata con una crisi del lettore così forte che ogni libro che prendevo in mano non suscitava in me la benché minima reazione, se non quella di noia e insoddisfazione.
A nulla è servito rileggere i miei libri preferiti (in genere è così che esorcizzo questi momenti). Appena trovavo un nuovo romanzo, dopo poche pagine la mia attenzione scemava.
Durante tutto l'anno ho provato a ricominciare qualche nuovo libro ma niente da fare. Ho ripreso in mano qualche romanzo di Josh Lanyon che è una delle mie scrittrici preferite. Ma oltre a quello nulla.
Più di un anno senza leggere qualcosa di nuovo.
Forse sono diventata più esigente. Comunque ho deciso di riprovarci, prendendola con più calma, cercando di "gustarmi" il libro che sto leggendo senza divorarlo come facevo prima. Magari è la volta buona che i libri tornino ad avere di nuovo "sapore".
Il primo libro che ho letto è stato L'ultimo giorno di Roma di Alberto Angela. E che dire? L'ho adorato. Il suo modo di scrivere assomiglia molto a quello che ha di spiegare i fatti nei suoi documentari. Ti fa immergere dentro quelle atmosfere e ti senti partecipe di quello che è accaduto ormai quasi 2000 anni fa.
Un viaggio fantastico tra i vicoli della Roma antica ai tempi di Nerone.
Per quasi tutto il tempo seguiamo due Vigiles nella loro ronda mattutina, tra controlli di lucerne e arresti di malviventi.
Si perché I Vigiles non avevano solo il compito di controllare che ogni casa, negozio, edificio avesse acqua a sufficienza per estinguere gli incendi, ma fungevano anche da poliziotti pronti a sedare risse e inseguire ladri.
Insomma una vita dura ed affascinante quella che ci presenta Alberto Angela nel suo libro. Leggendolo vi catapulterete direttamente in quel 18 luglio del 64 d.C. Il giorno del fatidico incendio che distrusse Roma.
Come leggerete, per via di questa catastrofe durata 9 giorni, dove morirono innumerevoli persone, ci ritroviamo con la Roma che tanto amiamo.
Molti monumenti non sarebbero esistiti oggi senza il grande incendio e le conseguenze che causò.
Ad esempio la Basilica di San Pietro con ogni probabilità non sarebbe nata, dato che è stata costruita sopra la tomba di Pietro martirizzato, con l'accusa di aver appiccato il fuoco insieme ad altri cristiani.
Insomma leggere questo libro vi farà scoprire una Roma totalmente diversa, con il suo Circo Massimo e i suoi templi ormai perduti per sempre.
Una lettura davvero fantastica.
Primo di una tricologia, "L'ultimo giorno di Roma. Viaggio nella città di Nerone poco prima del grande incendio" vi farà scoprire cose che nemmeno immaginate, spiegate con la maestria di Alberto Angela.
Il secondo libro "L'inferno su Roma" sarà disponibile nelle librerie a partire dal 13 maggio.
TIROPATINA
Naturalmente volevo accostare a questo libro un dolce tipicamente romano. Ho fatto delle ricerche e ho scovato delle cose davvero molto interessanti. Tra tutti i dolci che ho trovato ho scelto la Tiropatinam, Una ricetta che ci viene tramandata niente popò di meno che da Marcus Gavius Apicius, noto a noi con il più semplice nome di Apicio, un gastronomo e buongustaio vissuto all'epoca.
La ricetta è delle più semplici e gli ingredienti di quelli più comuni: uova, latte, miele e pepe.
Niente zucchero, perché all'epoca ancora non era così comune, anzi era estremamente raro. Il pepe è una cosa un po' inusuale in questo tipo di dolce, ma essendo una spezia molto richiesta e costosa (talmente tanto che spesso veniva contraffatto mescolandolo a delle bacche di ginepro), i romani più abbienti tendevano a metterlo un po' ovunque, per mostrare anche la propria ricchezza.
Mettete il latte e il miele in un pentolino sul fuoco e fatelo scaldare finché il miele non sarà ben sciolto.
Sbattete le uova con una frusta o una forchetta. Non usate le fruste elettriche, altrimenti il composto incorporerà troppa aria. Unite quindi le uova al latte e mescolate bene.
Filtrate il tutto con un colino e mettete il composto negli stampi. Io ho usato quelli di silicone lisci, ma voi potete usare qualsiasi cosa che possa andare in forno.
[Gli antichi romani usavano delle terrine di terracotta con il coperchio]
Mettete i budini in una teglia da forno più grande, riempita per metà di acqua calda. I budini dovranno cuocere in una sorta di bagnomaria.
Preriscaldate il forno a 150 gradi. Una volta caldo infornate le Tiropatine e lasciatele cuocere per un ora e mezzo.
Il segreto di questo dolce è proprio la cottura lenta.
Per accertarsi che siano pronte, fate la prova del coltello: Inseritene la punta nel budino, e se questo esce pulito le Tiropatine sono pronte.
Fate raffreddare il dolce a temperatura ambiente, dopodiché mettetelo in frigorifero per almeno 5 ore.
Per toglierle dai pirottini basterà passare con la lama di un coltello sui bordi e scaravoltare su un piatto da portata. Una macinata di pepe ed il gioco è fatto!
Naturalmente potete guardine il vostro dolce come preferite. Vi assicuro però che il pepe da una nota particolare al piatto lasciando un gusto davvero delizioso.
Ovviamente potete sbizzarrivi e usare la fantasia per accompagnare la Tiropatina, aggiungendo del miele sciolto, frutta secca o fresca. Sciroppi o marmellate.
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