LA TRAMA
Mentre una sanguinosa guerra tra divinità infuria nel paese, la diciottenne Iris Winnow cerca di rimettere insieme i pezzi della sua vita. Il fratello è partito per la guerra e non dà notizie di sé, la madre annega i dispiaceri nell’alcol, il lavoro da giornalista non le dà soddisfazioni. Sogna un futuro in cui la sua scrittura farà la differenza grazie alla promozione a editorialista, ma per ottenerla deve competere con l’affascinante e scontroso Roman Kitt. L’unica valvola di sfogo, per Iris, è la sua macchina da scrivere, dono dell’amata nonna, con cui spera di mettersi in contatto con il fratello scomparso, ma le lettere che infila sotto al guardaroba finiscono proprio nelle mani di Roman, che decide di risponderle anonimamente avviando così un rapporto epistolare. Questo legame speciale e inaspettato farà nascere tra i due complicità e attrazione, trascinandoli nel vivo di un conflitto che deciderà le sorti non solo del loro paese ma anche del loro amore.
Due giornalisti rivali uniti da un legame magico intrecceranno per sempre i loro destini attraverso l’inferno della guerra e l’incanto della passione. Si dice che l’amore vinca su tutto, ma può trionfare anche in uno scontro tra divinità?
La mia opinione
Divini rivali di Rebecca Ross è un' altro libro acclamatissimo nel booktok. I molti video sul romanzo, mi hanno intrigato e ho deciso di leggerlo a scatola chiusa. Quello che sapevo del romanzo era ben poco: enemies to love con qualche tinta fantasy.
E infatti questo è: due giornalisti che all'apparenza si odiano, in lotta per l'ambito posto da editore nel giornale in cui lavorano, mentre c'è in atto una guerra tra due divinità.
Roman Kitt era stato l’ultimo a stringerle la mano e a presentarsi, avvicinandosi con le labbra tese e lo sguardo freddo, calcolatore; come se stesse valutando in che misura quella nuova arrivata potesse rappresentare una minaccia per lui e per la sua posizione in seno al «Gazette». Non c’era voluto molto perché Iris venisse a sapere cosa pensava di lei. Anzi, era bastata mezz’ora dal loro primo incontro. «Non c’è gara», l’aveva sentito dire di sfuggita a uno dei redattori. «Nel modo più assoluto. Ha mollato gli studi all’ultimo anno, alla Windy Grove».
L'ambientazione però mi era sconosciuta. Infatti credevo fosse ambientato ai giorni nostri o comunque in un'epoca molto moderna, dove gli dèi camminavano tra gli umani.
Invece mi sono ritrovata in un mondo che non è proprio come il nostro, e in un'epoca che decisamente non è quella attuale.
Il libro è ambientato nei primi anni del Novecento, in una terra fittizia, dove i cittadini vengono chiamati alle armi per combattere in una o nell'altra fazione.
La faida tra il dio sotterraneo Dacre e la dea Enva sta spaccando e devastando il paese.
I Celesti, che avevano governato la Cambria dall’alto, e i Sotterranei, che avevano regnato al di sotto. Un tempo, le due famiglie contavano centinaia di dèi, e il potere di ognuno si espandeva sul firmamento, sulla terra e sulle acque. Ma nel corso dei secoli si uccisero l’un l’altro, finché non ne rimasero solo cinque. E questi cinque furono dominati dagli esseri umani e consegnati come bottino a ciascun distretto della Cambria. Dacre era stato sepolto a ovest, Enva a est, Mir a nord, Alva a sud e Luz nel Distretto Centrale. Non si sarebbero mai dovuti svegliare dal loro sonno fatato; i loro sepolcri erano simboli della forza e della resilienza umane, ma anche i luoghi che più di ogni altro si diceva fossero incantati, attraendo così masse di infermi, fedeli e semplici curiosi.
I nostri protagonisti si ritroveranno nel bel mezzo dell'azione, andate al fronte per il giornale a fare gli inviati di guerra.
L'elemento Fantasy è solo una piccola parte del libro anche se importantissima.
Niente draghi sputafuoco, cavalieri dalle spade luminose, Elfi dei Boschi millenari, ma solo due macchine da scrivere collegate tra loro dalla magia, capaci di inviare lettere al proprietario della macchina gemella, in qualunque posto egli si trovi.
Iris e Roman si troveranno a dover combattere non solo con i propri sentimenti ma anche per salvare la loro stessa vita.
Hai mai la sensazione di indossare un’armatura, giorno dopo giorno? L’impressione che la gente, quando ti guarda, veda solo il bagliore dell’acciaio di cui ti sei tanto prudentemente rivestito? Gli altri vedono in te quel che vogliono vedere– il riflesso distorto del loro stesso viso, un pezzo di cielo, un’ombra tra i palazzi. Vedono tutte le volte che commetti un errore, tutte le volte che fallisci, tutte le volte che li ferisci o li deludi. Come se fosse tutto ciò che sarai mai ai loro occhi. Come si può cambiare una cosa del genere? Come si può prendere il controllo della propria vita senza sentirsi in colpa per questo?
Divini rivali di Rebecca Ross è senza dubbio un bel libro, con uno stile di scrittura molto scorrevole e coinvolgente.
Non è privo di difetti però: infatti se da un lato abbiamo i due protagonisti ben caratterizzati, dall'altra ho trovato la storia d'amore un po' forzata, o comunque un po' troppo affrettata.
Mi è piaciuta molto la descrizione che la scrittrice ha fatto della guerra, è stata toccante e anche molto attuale purtroppo. Leggere di come uomini e donne venivano separati, perché l'uno o l'altro doveva andare in guerra è stato doloroso. Ho apprezzato che si sia parlato delle vite di chi era sta a casa, ad aspettare notizie, belle o brutte, delle persone amate al fronte.
«Non merito di essere così felice. Non quando c’è così tanto dolore, terrore e perdita nel mondo». «Perché dici così?», rispose Roman, con voce gentile ma pressante. «Pensi che potremmo vivere in un mondo fatto solo di questo? Morte, dolore e orrore? Perdita e agonia? Non è un crimine provare gioia, anche quando le cose sembrano senza speranza. Iris, guardami. Meriti tutta la felicità del mondo. E io intendo fare in modo che tu ce l’abbia».
Le conseguenze della guerra purtroppo non sono solo legate ai soldati, ma anche ai loro affetti rimasti a casa.
Da amante del Fantasy quale sono però, avrei preferito che tutta la storia degli dèi, delle creature magiche che vediamo di sfuggita, e della magia che comunque è presente in quel mondo, venisse non solo accennata ma approfondita molto di più.
«Mastini?», le fece eco Attie, accigliandosi. «Pensavo fossero solo una leggenda». «Niente affatto», ribatté Marisol. «Io non ne ho mai visto uno perché non mi sono mai arrischiata a guardare fuori mentre si aggirano di notte, ma un mio vicino li ha intravisti e dice che sono grossi il doppio di un lupo, senza pelliccia e traslucidi. Distruggono qualsiasi creatura vivente incontrino sul loro percorso».
Ultima cosa, legata all'età dei protagonisti: Iris e Roman hanno 19 anni, ma forse per via di un mio preconcetto, non sono riuscita mai ad immaginarli così giovani. Nella mia testa hanno almeno 25-26 anni.
Il finale è decisamente aperto.
Ammetto che anche questo non mi è piaciuto particolarmente: fin dall'inizio del libro, Iris e alla ricerca di notizie del fratello. È stato proprio il suo arruolarsi, e il fatto che abbia fatto perdere le sue tracce a convincerla a partire per il fronte. Quando finalmente ottiene quello che vuole, la sua reazione è lontana da quella che mi immaginavo.
Divini rivali è il primo della Letters of Enchantment series. Il secondo ed ultimo volume, Spietate promesse, è uscito a Maggio di quest'anno, quindi se volete leggere questa duologia, potete stare tranquilli e godervi il libro senza paura.
Io lo leggerò sicuramente dato che voglio sapere come finisce, con la speranza che nella secondo volume, si dia più spazio alla parte fantasy del libro.
Torta Divina
Ho deciso di abbinare a Divini rivali la Torta Divina, in onore del titolo del libro.
Perfetta per questo periodo dell'anno, questa torta al profumo di cocco è semplice e veloce da fare.
INGREDIENTI
6 uova medie
130 g di zucchero a velo
80 g di farina 00
20 g di farina di cocco
1 cucchiaio di amido di mais
200 ml di latte
Estratto di vaniglia
1 cucchiaino di succo di limone
1 pizzico di sale
100 g di formaggio spalmabile
Farina o scaglie di cocco q.b.
Dividete gli albumi dai tuorli.
Mettete gli albumi in una ciotola insieme al succo di limone e al pizzico di sale. Montateli a neve ben ferma, aggiungendo 30 grammi di zucchero a velo non appena il composto sarà diventato bianco. Quando la consistenza sarà ben ferma, aggiungete la farina setacciata e continuate a mescolare.
Rivestite completamente uno stampo a cerniera di 20 cm con la carta forno. Mettete il composto di albumi nello stampo, e cuocete a forno preriscaldato a 170 gradi per circa 35 minuti. Una volta cotta la torta, toglietela dal forno e lasciatela raffreddare.
Mentre la base cuoce, occupatevi della crema al cocco: in un pentolino mettete i tuorli, la farina di cocco, i restanti 100 g di zucchero a velo e l'amido di mais. Mescolate bene per eliminare i grumi e aggiungete la vaniglia e il latte. Portate sul fornello e mescolando continuamente fate rapprendere la crema. Quando si sarà rassodata, potete spegnere il fuoco e trasferire la crema in una ciotola con della pellicola a contatto. Lasciatela raffreddare completamente.
Una volta che entrambe le preparazioni si sono freddate componete la torta. Per prima cosa aggiungete alla crema 100 g di formaggio spalmabile e mescolate bene. Togliete la torta dallo stampo ed eliminate la carta da forno con delicatezza. A questo punto potete togliere la crosta superficiale per far apparire la torta ancora più bianca, basterà passare il dito sopra la torta.
Dividete quindi la torta in due parti e farcite la base con la crema. Adagiate sopra l'altra metà e spalmate la restante crema su tutta la torta, compresi i lati.
A questo punto ricoprite tutta la superficie della torta con le scaglie o con la farina di cocco, cercando di non lasciar nemmeno una parte senza guarnizione.
Ed ecco fatto, la vostra Torta Divina è pronta da mangiare.
Io ho utilizzato uno stampo più piccolo, da 12 cm, dimezzando le dosi.
Ho anche deciso di dividere la torta in tre parti invece che in due e ho evitato di togliere la crosticina sulla superficie.
Il risultato è comunque ottimo!
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