Sotto il sole di mezzanotte di Keigo Higashino con Cherry Pie

 


La trama

Doveva essere un giorno di riposo per l'ispettore Sasagaki, invece è l'inizio di un caso inestricabile che finirà per ossessionarlo per molto, molto tempo. Il corpo di Yosuke Kirihara, stimato proprietario di un banco di pegni, viene rinvenuto in un edificio abbandonato. Sdraiato su un divano, i capelli composti, l'abito elegante, come addormentato, non fosse per quella chiazza di sangue in mezzo al torace. I sospetti ricadono di volta in volta sui familiari, poi sui clienti del negozio, infine su una presunta amante, ma più il cerchio si stringe più la polizia brancola nel buio: non ci sono prove schiaccianti e gli indiziati hanno alibi che si sostengono a vicenda. E, come una maledizione, tutti coloro che hanno a che fare con il caso Kirihara finiscono per morire in strane circostanze. Tutti tranne il figlio della vittima, Ryo, un ragazzo cupo e impenetrabile che vive arricchendosi con traffici illegali, e la figlia dell'amante di Kirihara, Yukiho, studentessa brillante e di una bellezza mozzafiato. Si dice che la pazienza sia la virtù dei forti, ma vent'anni sono davvero troppi, specialmente quando si tratta di un efferato omicidio. Riuscirà l'ispettore Sasagaki a sciogliere il mistero che lo tormenta e a incastrare un colpevole che gli sfugge da decenni? Tra giochi proibiti, violenza e intrighi morbosi, un avvincente rompicapo dal maestro del thriller giapponese. 


 La storia si svolge in un arco temporale di quasi vent'anni, che va dal 1973 ai primi anni 90. 
 È un libro dove non c'è un vero e proprio protagonista. Anche il detective che dovrebbe occuparsi del caso, e che troviamo all'inizio del libro intento ad indagare sull'omicidio di un uomo proprietario di un banco dei pegni, dopo qualche manciata di pagine scompare e riappare sul finale. 

 Quasi tutta la vicenda si snoda intorno a degli individui che si trovano ad interagire in un modo o nell'altro con due personaggi, che al tempo dell'omicidio raccontato all'inizio del libro, hanno circa 10 anni.
 Mosso dalla curiosità, Sasagaki protese il busto in avanti, ma con la coda dell'occhio notò che qualcuno aveva aperto la porta delle scale. Si voltò di scatto e video un bambino di circa dieci anni che indossava la giacca di una tuta e un paio di jeans, fisico mingherlino. Rimase di sasso. A sorprenderlo non fu il bambino in sé, quanto il fatto che quest'ultimo fosse riuscito a scendere le scale e ad aprire la porta senza fare il benché minimo rumore. E nel momento stesso in cui incrocio il suo sguardo, si sentì turbato dall'oscurità dentro a quegli occhi.
 Personaggi misteriosi che impariamo a conoscere attraverso gli occhi di chi gli sta intorno. Non sono mai loro a parlare in prima persona. 

 Ryo e Yukiho sono due persone molto particolari. Il primo cupo e inavvicinabile, quasi pauroso; l'altra, la ragazza perfetta: bella, intelligente, amata da tutti; ma a mio avviso molto più spaventosa del ragazzo.
 Era lì che aveva visto da vicino Yikiho. Era rimasto colpito dai suoi bei lineamenti, ma quando aveva incrociato quegli occhi da gatta era stato preso da un altro pensiero. Ora che ci ripensava, non doveva essere un autentica ragazza d'alta classe. Nelle sue pupille si avvertiva un guizzo di malignità, inesprimibile a parole. Non si trattava della luce dell'invidia causata dal fatto che il presidente del Club di balli di coppia aveva parlato con la sua amica ignorandola di sana pianta, quanto di una scintilla di diversa natura. Kazunari ebbe l'impressione che si trattasse di una luce molto più pericolosa, che celava una buona dose di meschinità. E un'autentica ragazza di classe non avrebbe mai permesso a un simile luccichio di annidarsi nel suo sguardo.

 È la loro storia, che da bambini diventano adulti e di quello che accade a chi gli sta intorno. Avvenimenti strani, incidenti all'apparenza casuali che capitano a chi si avvicina troppo alla verità che celano. 

 Un libro particolare, con tantissime personaggi con nomi che, per noi occidentali, sono difficili da ricordare. 

 La scrittura è per lo più scorrevole, anche se a volte lo scrittore diventa troppo prolisso, specialmente verso le ultime 200 pagine. 

 Il finale mi ha lasciato un po' di amaro in bocca. Avrei voluto sapere di più. Molto è lasciato all'interpretazione del lettore. A volte questa strategia piace, e so che aggrada moltissime persone, in questo caso però avrei voluto una cosa più netta, che fosse fatta chiarezza su tutto. Mi è sembrato un po' come se il libro non fosse finito. 
Ryoji fece un profondo sospiro e si voltò. Sasagaki desiderava guardarlo dritto in faccia, convinto che il furbetto lo stesse sfidando e che le sue pupille tradissero un istinto di ribellione. Ma quando incrocio il suo sguardo dovette ricredersi: gli occhi di quel ragazzino erano privi di qualsiasi riflesso. Sembravano finti, come fatti di materia inorganica. Gli occhi di uno scienziato intento a studiare qualcosa. E Sasagaki ebbe l'impressione che quel qualcosa fosse proprio lui.
 Nonostante questo, mi è piaciuto il modo di descrivere di Keigo Higashini. Ci ha raccontato di un Giappone alle prese con l' avanzamento tecnologico e le varie crisi economiche; del primo avvento di internet, delle nuove console come Nintendo, delle fino a quel momento, sconosciute figure di hacker. È stato tutto molto affascinante. Anche l'intreccio della trama è stato interessante, cercare di collegare i vari accadimenti, ti tiene incollato alle pagine. 

 Per quanto riguarda l'edizione Giunti, mi tocca fare qualche critica: prima di tutto ci sono degli errori grammaticali, in secondo luogo avrei preferito che il glossario non fosse messo alla fine, ma piuttosto che le varie (tantissime) parole lasciate in giapponese, avessero la spiegazione sulla pagina stessa. Anche perché non hanno lasciato una facciata bianca tra l'ultima pagina del libro e il glossario, quindi per il lettore è semplicissimo spoilerarsi il finale. 

 Chioso dicendo che, una trasposizione cinematografica o meglio, una serie TV ad alto badget, sarebbe pazzesca. 

L'autore

 Keigo Higashino (Osaka, 1958) è uno dei più famosi scrittori giapponesi, autore di numerosi bestseller. A 27 anni ha vinto l’Edogawa Rampo Award per il miglior mystery, e con Il sospettato X (Giunti 2012), che ha venduto oltre 2 milioni di copie ed è stato tradotto in 14 paesi, si è aggiudicato il prestigioso Naoki Prize ed è stato finalista all’Edgar Award. Molte delle sue opere hanno avuto una trasposizione teatrale e cinematografica, altre sono state trasformate in serie tv di grande successo.

LA RICETTA

Non ho dovuto cercare lontano il dolce da abbinare a questo libro, dato che il buon Keigo Higashino, mi ha fornito su un piatto d'argento lo spunto perfetto.
"Evviva, la torta alle ciliegie che desideravo tanto! Quest'anno c'è il boom delle torte alle ciliegie grazie a Twin Peaks!" 
" Queste ultime tendenze non le capisco, fino a qualche mese fa andava di moda il tiramisù, adesso la torta alle ciliegie... Non riuscirò mai a entrare nella mentalità di voi donne".
Lo so, lo so, il Giappone ha moltissimi dolci interessanti (sul blog trovate la ricetta dei Dorayaki), ma se vi è mai capitato di vedere Twin Peaks, potrete capire il perché della mia scelta: quella crostata alle ciliegie è una delle cose più golose che mi sia mai capitato di vedere in una serie.



La base è una semplice brisée al burro, ripiena di dolci ciliegie fresche, da accompagnare con del gelato o della panna, o da gustare da sola. 
Perfetta per colazione o merenda, ma anche come dolce di fine pasto.

Ovviamente, la ricetta che vi riporto in seguito è l'originale americana. 
Famosissima in patria e all'estero, può contenere moltissimi tipi di frutta: pesche, mele, amarene, fragole.. insomma, un'altra ricetta che possiamo plasmare a nostro gusto.

Ma torniamo alla nostra CHERRY PIE, crostata alle ciliegie.



INGREDIENTI 
Per il guscio [stampo da 26 cm]:

495 g di farina 00
315 g di burro freddo
18 g di acqua fredda
18 g di aceto di vino bianco
18 g di zucchero semolato
9 g di sale

Per il ripieno:

750 g di ciliegie denocciolate 
120 g di zucchero
la buccia di un limone bio
20 g di burro
2 cucchiai di amido di mais

Latte
Zucchero semolato

Prima di tutto preparate la brisée mettendo in un mixer con le lame la farina, il burro freddo da frigo, il sale e lo zucchero. Azionate il robot per qualche istante in modo che si formi una specie di sabbia. A questo punto potete aggiungere l'aceto e l'acqua, sempre facendo andare le lame. Quando il composto si unirà a formare un panettone, l'impasto è pronto. 
Ponetelo incartato in pellicola trasparente in frigorifero per almeno 1 ora.

Questo impasto può essere fatto anche a mano ovviamente, dovrete avere l'accortezza di cercare di impastare il meno possibile gli ingredienti.

Mentre la brisée sta al fresco, preparate le ciliegie: se non lo avete fatto denocciolatele e mettetele in un recipiente con la buccia grattata del limone, lo zucchero, il burro sciolto lasciato intiepidire in precedenza e l'amido di mais sciolto in un cucchiaio di acqua. Mescolate il tutto e lasciate marinare per mezz'ora.

Riprendete l'impasto per il guscio e dividetelo in due parti: 2/3 vi serviranno per la base, il restante invece sarà la copertura.

Stendete l'impasto in uno spessore di 5 millimetri e adagiatelo sul testo imburrato di uno stampo. 
Io ho utilizzato uno stampo a cerniera ricoperto di carta da forno, perché non ho il tipico stampo da pie, ma vi assicuro che è venuta benissimo lo stesso.

Foderate quindi lo stampo lasciando il bordo alto dato che dovrà contenere le ciliegie.
Bucherellate il fondo e inserite le ciliegie nel guscio, con tutto il succo che avranno formato. 

Ricoprite ora la torta con la restante brisée. Ripiegate i bordi e mettete la torta in frigorifero per un'ora.

Passato il tempo, accendete il forno statico a 200 gradi.

Spennellate la superficie con il latte e spolverate con lo zucchero semolato.
Fate dei taglietti al centro per fare uscire il vapore che si formerà in cottura e cuocete la pie per 30 minuti nella parte centrale del forno, poi per 10 minuti spostatela sulla parte bassa, a contatto con il fondo del forno in modo che sotto si cuocia bene. 
Rimettetela poi nella parte centrale del forno per altri 10 minuti, o comunque finché non si sarà dorata in superficie.

Una volta sfornata, aspettate un po' prima di toglierla dallo stampo, specialmente se utilizzate uno stampo da pie.

Se come me invece volete usare uno stampo a cerniera, il gioco sarà decisamente più semplice. 



Prima di gustare questa goduria di ciliegie, aspettate che sia ben fredda. 
Potete accompagnarla con del gelato alla vaniglia e un buon caffè, in perfetto stile Twin Peaks, oppure godetevela al naturale o con un ciuffo di panna. 




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