Codice cinque di J.D. Robb con Bavarese al caffè



“Il pericolo è sempre in agguato per chi svolge il mestiere più vecchio del mondo e tale pericolo è che si finisca vittime del più antico crimine dell’umanità” 

 Oggi vi parlerò di Codice cinque, primo della serie In Death di J.D. Robb, autrice di molti romanzi, conosciuta anche come Nora Roberts.

 La serie è composta da ben 47 volumi. In Italia però come al solito siamo rimasti indietro e la TimeCrime, la branca della Fanuccieditore che si occupa di in Death, ne ha tradotti e stampati solo 5 per il momento.
 Ho scoperto questa serie per caso quando mi sono ritrovata tra le mani Cerimonia di sangue. Mi ha presa fin dalle prime righe ma mi sono presto accorta che la scrittrice parlava dei protagonisti con troppa familiarità. Era evidente che fossero personaggi già conosciuti dai lettori in quanto molte cose erano date per scontate. Quindi sono andata a fare una ricerca e ho scoperto, ahimè che il libro che avevo era il quinto della serie.
 Sono corsa subito ai ripari e ho preso anche i primi quattro. Le poche cose lette mi avevano intrigato molto e volevo leggere le vicende fin dal principio.
 E non mi sono affatto pentita di questa scelta. Ho adorato la storia, la scrittura, i personaggi principali e secondari di Codice cinque. Mi è piaciuto tutto di questo primo libro.

 L’ambientazione è molto particolare. Ci troviamo in una New York del 2058, dove le macchine volano, ci sono droni ovunque e le armi da fuoco sono sparite quasi del tutto. O meglio, sono pezzi da collezione, molto costose e piuttosto rare.
 La protagonista indiscussa di questa storia è Eve Dallas, tenente della polizia di New York che si occupa spesso di casi scottanti.

 Eve era sulla trentina, quindi piuttosto giovane per il posto che occupava. Aveva grandi occhi nocciola, ai quali non era mai stato concesso uno sguardo ingenuo, e portava i capelli castani molto corti, per comodità più che per moda, ma quel taglio si adattava bene al suo viso triangolare con gli zigomi taglienti e una piccola fossetta nel mento. Era alta e snella, tanto da sembrare più magra di quanto non fosse, ma Feeney sapeva che sotto la giacca di pelle c’erano muscoli solidi. E un cuore. Per non parlare del cervello. 

 Come quello che le è capitato per le mani stavolta: una prostituta di alto borgo è stata ritrovata morta, uccisa da tre colpi sparati da una di quelle armi che appunto ormai non si possono più usare. E non solo la vittima è la nipote di un noto senatore, ma il killer a quanto pare si è divertito a filmare l’omicidio per poi mandarlo al tenente bai-passando tutti i circuiti di sicurezza.

 Quindi quello con cui Eve si ritrova a fare i conti è un individuo intelligente, ricco e senza scrupoli. Tra i sospettati un nome risalta sugli altri. Roarke è un famoso uomo d’affari, ricchissimo e con una vasta collezione di armi “antiche”. E a quanto pare è stato a cena con la vittima la sera prima dell’omicidio.
 Eve non si lascia di certo intimidire da qualche soldo e dopo una veloce ricerca parte subito alla carica, per andare ad interrogarlo. Ma le cose non vanno proprio come lei vorrebbe. L’attrazione è immediata tra i due. Roarke è un uomo estremamente affascinante, cosa che Eve nota subito.

 Roarke era di una bellezza quasi sfacciata: uno splendido volto affilato, zigomi pronunciati e una bocca che sembrava scolpita. Si, aveva capelli neri, ma il computer non dicevano che erano folti e pettinati all'indietro da un’ampia fronte sino a sfiorare le larghe spalle. Gli occhi erano azzurri, però quell'aggettivo era troppo generico per dare un’idea dell’intensità del colore o della forza che emanava da essi. 

 Anche lei non passa di certo inosservata. Roarke è molto intrigato da quella donna forte e dedita completamente al lavoro.
 Ed è proprio questo che si frappone tra i due. Nonostante l’interesse sia presente in entrambi, il lavoro di Eve e la sua etica, si trovano sempre in mezzo. Anche perché la ragazza lo usa come scudo tra lei e gli atri. È stata ferita troppo profondamente in passato e non è facile lasciarsi andare con il prossimo.

 Le indagini quindi continuano, ed Eve dovrà cercare un modo per stare al passo con tutto quello che accade. Ed oltre all'omicidio e a Roarke dovrà fare i conti con lotte di potere, corruzioni all'interno del dipartimento, le pressioni della famiglia della vittima e la stampa che non le danno tregua.
 Per non parlare che il killer ha promesso di uccidere ancora. Ed è solo questione di tempo prima che ciò avvenga.
 Riuscirà Eve a scovare l’assassino e a crearsi una stabile vita privata?

 Come ho detto ho adorato il libro. La scrittura è fluida e semplice. L’ambientazione è fantastica. Ci troviamo in un futuro dove sono state fatte delle scoperte eccezionali, ma dove l’uomo resta quello che è: un essere debole pieno di vizi, pronto a tutto per il potere.

“Nonostante tutte le nostre conquiste tecnologiche e gli straordinari successi ottenuti in campo genetico, non riusciamo ancora a controllare virtù e difetti del genere umano. Ai nostri occhi le passioni sono una necessità. Ce ne siamo all'inizio di questo secolo, quando l’ingegneria genetica stava per sfuggire al nostro controllo. È un peccato che certe passioni degenerino. Sesso e violenza. Per alcuni è ancora un connubio naturale.”

 I personaggi mi sono piaciuti molto, sia i protagonisti che quelli di contorno. Eve è forte e determinata e Roarke è un uomo sicuro di se che sa ciò che vuole e non fa giochetti.

 Molto interessanti anche le descrizioni del mondo del 2058, con le sue macchine volanti, i viaggi fuori dalla terra, i dispositivi elettronici usati giornalmente.

 Spero davvero che gli altri libri della serie vengano presto tradotti perché sarebbe un peccato doversi fermare al quinto libro.

 La serie:
1. Codice cinque
2. Doppio delitto
3. Il fascino dell'inganno
4. Soltanto un sorriso
5. Cerimonia di morte


La ricetta: Bavarese al caffè

Ho scelto di abbinare a Codice cinque la bavarese al caffè perché la protagonista del libro ha una vera dipendenza per questa bevanda!



Gli ingredienti:

  • Latte intero, 180 ml
  • Caffè, 70 ml
  • Panna fresca, 200 ml
  • Zucchero semolato, 60 g
  • Tuorli, 2
  • Colla di pesce, 8 g
Anche questa, come tutte le bavaresi ha come base la crema inglese. Prepararla richiede un po di pazienza perchè la cottura deve essere molto lenta. Ma vediamo come farla.

In un pentolino mescolate benissimo con l'aiuto di una frusta le uova e lo zucchero. Aggiungete a filo il latte e poi il caffè sempre mescolando. Mettete il pentolino sul fornello a fuoco lentissimo e armatevi di pazienza! Mescolate in continuazione finché la crema non si sarà leggermente rassodata. Non deve assolutamente arrivare al bollore, è molto importante. Se avete un termometro per alimenti ancora meglio. La crema dovrà arrivare alla temperatura di 82/84 gradi.
Se invece non avete un termometro una tecnica per vedere se la crema è pronta è quello di immergere un cucchiaio nella crema, toglierlo e soffiare sulla parte convessa. Se si creeranno delle ondine vuol dire che la crema è cotta.

Preparata la crema lasciatela da parte. Ammollate la gelatina in acqua fredda per almeno 10 minuti dopo di che unitela alla crema.

A parte montate la panna. Mi raccomando, dovrà essere fredda, in modo che si monti meglio.
Unite quindi la panna alla crema ormai tiepida mescolando dall'altro verso il basso.

Ora potete mettere la bavarese nei pirottini dei muffin o in delle ciotoline. Io ho usato 8 pirottini in silicone.

Fate rassodare la bavarese in frigorifero per almeno 8 ore. Per sformarli passate i pirottini per qualche secondo sotto l'acqua calda.

In alternativa potete congelare la bavarese, sformarla e servirla dopo qualche ora che l'avrete tolta dal congelatore, questo è il metodo che preferisco, perché prima di tutto ho sempre a portata di mano un dolcetto se si presenta qualcuno, in secondo luogo perché naturalmente se la bavarese è congelata si sformano molto meglio, specialmente se lo stampino usato non è liscio.

Potete decorare a piacere con fiocchetti di panna, cioccolato fuso o chicchi di caffè.


 Pace ✌

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